domenica 10 settembre 2023

Il mio ultimo romanzo-saggio, frutto di una importante esperienza conosciuta nel 1997 a Scansano. Durante un ritiro spirituale la protagonista, Laura Capurro, trentunenne di buona famiglia, si ritrova coinvolta dalle vicende di un gruppo di amici, tra cui brillano per audacia e creatività i membri delle cosidette "Pleiadi". Margherita Beltempo, la "sciamana torinese", al contempo le farà toccare con mano la realtà delle Guide spirituali canalizzate, le cui parole cambieranno per sempre la sua vita. Gli amici menzionati nel romanzo sono reali e viventi, come autentiche sono le trascrizioni delle canalizzazioni. Loredana Zino L’attenzione di Mali venne attratta da Milo, che inchiodava uno steccato. Osservò come se li vedesse per la prima volta i capelli biondi brillare al sole, le braccia muscolose gonfie di vene per la fatica, il viso sudato, senza espressione, il qual fatto le ricordò di avere letto la stessa nota mentre facevano l’amore nella stanza color malva e ora, in ogni dettaglio di quell’espressione, di quel viso, la donna poteva leggere la quintessenza dell’erotismo, come mi confidò più tardi. Sentendosi osservato alzò la testa, e riparando gli occhi con la mano inviò alla messicana un accenno di sorriso. Malintzi, dea della luna, mormorò tra sé in lingua madre, fissandola giusto un attimo. Lei non seppe mai cosa lui avesse detto. Ci raggiunse la voce di Altea. Riassettando la sua camera con le finestre aperte cantava “Baila, baila morena, sotto questa luna piena”. Milo. Milo... pensò, frastornata, colei il cui nome nella cultura azteca era un omaggio alla dea lunare. Alle pendici dell’Himalaya. “Nella visione esoterica il diavolo non è contro Dio, come il pensiero comune sostiene”, scrisse Margherita, sdraiata nella sua tenda del camping, “bensì è al servizio di Dio. Queste affermazioni dei mistici indiani mi ricordano la spiritualità dei Nativi Americani. Per diventare sciamano devi prima essere sceso all’inferno. Solo in quel modo potrai aiutare te stesso e gli altri. Sai Baba dice: “Non è l’Ombra a essere aumentata sulla Terra, è aumentata la Luce. Più Luce proietta ombre più grandi, perciò ora molti di noi sono in grado di vederle”. Ripose il quaderno con la copertina verde smeraldo, una sorta di diario di viaggio su cui annotava impressioni, dialoghi coi compagni Ramon e Mirko, e altri che si erano uniti in una sorta di pellegrinaggio. Era come se lì in India, alle pendici dell’Himalaya, si stesse ricreando una situazione fraterna simile a quella trovata a Scansano. "Ma qui", pensò Margherita, "la sfumatura ha un sapore rarefatto, più sottile. Forse dovevo essere più determinata e non accettare estranei e parenti al ritiro. Pazienza, si accoglierà. Questo posto ha qualcosa, mi insegna l’accoglienza, e le mie antenne confermano che Gesù deve aver vissuto da queste parti. Che importa sapere quando, come. Se sia davvero morto sulla croce oppure no. Se lo yogi Cristo di cui parlò Yogananda fosse realmente Gesù. La realtà multidimensionale ha tante di quelle sfaccettature, tanti di quei mondi, comprende tali di quei fenomeni che la nostra mente terrena non può concepire, se non in minima parte. La Creazione è un’opera illimitata, sarebbe inutile tentare di racchiuderla in concetti mentali, in definizioni linguistiche che ci rassicurino. Ogni giorno esseri di Luce come i grandi Maestri ascesi creano nuovi mondi. Nuovi mondi. Possiamo solo lontanamente immaginarlo? Da secoli ci sentiamo ripetere che l’Universo è infinito, ma in realtà sembriamo dimenticarci della potenza di questa affermazione, contro cui tutti i maggiori scienziati nulla possono confutare. Solo i grandi mistici ne hanno parlato con vera competenza scientifica. Nonostante questo noi terrestri, immersi come siamo nella gravità, stentiamo a domandarci, a domandare. Ci tatuiamo il simbolo dell’infinito, e siamo contenti così". Sorrise divertita, osservando il piccolo tatuaggio sul polso fattosi fare dall’amico peruviano. Udì un allegro parlottare provenire dalla tenda di Ramon e Mirko. Margherita sapeva che Ramon possedeva un sufficiente senso dell’onore per cui mai avrebbe rivelato il suo coinvolgimento sentimentale con Melissa. Peraltro, anche Mirko si stava rivelando sensibile abbastanza da comprendere e andare oltre. Gli altri compagni e compagne riposavano tranquilli nelle loro tende. "Ti ringrazio, Signore, per questo momento, per questa pace. Per il profumo dei gelsomini e del legno di sandalo, per lo stormire degli uccelli notturni. Porta con Te il mio amore, la mia fede. Benedici noi, gli amici vicini e lontani, e donaci una nuova alba di Risveglio, per tutti Signore. Grazie Padre amatissimo. Amen, amen". Il secondo incontro di Malintzi e Nabil: Accoglierti e accogliere. «Questa seduta è nuova! L’abbiamo registrata due giorni prima della partenza di Margherita e i ragazzi» disse Malintzi al gruppo, emozionata. «Ma prima ho due annunci. Esteban... perdonami se te lo dico davanti a loro... ma qui siamo una famiglia oramai. È successo che noi... tu e io, Esteban, avremo un figlio. A febbraio.» L’uomo non si mosse. In quell’istante aveva notato lo sguardo di Milo, e capito ogni cosa. Ci fu una lunga pausa, in cui credo dovette decidere se andarsene o restare. «Sono contento che lo vuoi tenere. Ci sarò sempre per te, anzi per voi.» La sua ex asciugò il volto indio rigato di lacrime. Noi ci stringemmo attorno. Sì, anch’io. «Il secondo annuncio riguarda voi due. Giusto?» proseguì Esteban. Milo cinse le spalle della donna, nessuno parlò. Il momento era sospeso, e io compresi che la mia intuizione si stava rivelando giusta. Esteban sciolse infine la posizione riservata, si alzò dalla sedia e, avvicinandosi alla coppia, disegnò col braccio tatuato un gesto ampio e immaginario, al di sopra delle loro teste. «Le vostre aure brillano, sarete felici.» Malintzi scoppiò in singhiozzi e si lanciò ad abbracciarlo. Beatrice servì il tè, aiutata silenziosamente da noi. La neo-coppia sedette vicina, senza più pensare a niente. La voce argentina di Margherita, unita a un intenso profumo di violette, risuonò nel soggiorno dai muri dipinti di rosa. Nabil: «Nel significarmi a te in un atto di amore, io su te sono e mi riconosco. Abbi, o mia amata, da lasciarti meno intrappolare da certi tuoi pensieri, dove a volte proietti delle irritabilità verso situazioni che succedono all’esterno, quando queste molto spesso sono date da uno stato tuo di frustrazione, o di mancanza nel sentirti gratificata. Vi è dunque un trasformare tutto in un significato di accoglienza. Accoglierti e accogliere la vita, potremmo dire, è il tema più significativo in questa fase. Così, o mia amata, mi presento a te. Dimmi». Malintzi: «Questi momenti di irritabilità a cui ti riferisci sono quelli verso la mia famiglia?». Nabil: «Anche. Mi riferisco a quello stato d’essere che hai individuato, sì. Non è detto però che avvenga solo nei confronti della tua famiglia. Se osservi, accade anche in circostanze dove non vi è una conferma e allora vi è tendenza a irritarti». Malintzi: «Forse ti riferisci all’interno dei gruppi, quando qualche persona magari...». Nabil: «È un altro esempio, certo sì. È lì che proietti te stessa». Malintzi: «E prima, dicevi delle mie frustrazioni?». Nabil: «Delle tue insoddisfazioni, sì. È proprio una parte di ciò che ti fa proiettare su altri quanto invece, o mia amata, è necessario tu elabori dentro te. Quando ti accade una reazione del genere, anziché vedere nell’altra persona quanto è poco soddisfacente, entra dentro di te e prova a osservare perché è proprio quella situazione o quella persona a creare questo stato insoddisfacente». Malintzi: «Io ci ho pensato tante volte, ma sono lontana dal capire». Nabil: «Devi cercare di vedere che quanto ti irrita nell’altra persona è anche dentro te, parimenti. E quello che non accetti nell’altro vuol dire che non lo accetti di te; è questo il tipo di proiezione che vai facendo». Malintzi: «Cioè è probabile che quella parte di me la stia vivendo male». Nabil: «Sì. È importante che tu passi di lì, è importante che riconosci nel tuo ruolo la possibilità di uno scambio paritario». Malintzi: «Quindi potrei presentarmi alle persone e proporre uno scambio paritario?». Nabil: «In realtà lo scambio alla pari di cui parlavo io era di non dimenticarti che, se anche tu hai un ruolo chiaro nell’offrire una tua arte, nell’offrirla impari. Questo ti facilita nel superamento dei tuoi timori. Riconoscere che chiunque sia di fronte a te è uno specchio, è una parte di te che si riflette. E tu potrai dare degli stimoli, degli strumenti, ma offrendoli li stai praticando anche tu». Malintzi: «Bene. Ti volevo chiedere... se mi puoi descrivere il posto dove vivi tu». Nabil: «O amata, non vi sono parole adeguate per descrivere il fluire di luce e di amore. È qualcosa che puoi riscontrare negli attimi di massima espansione di te stessa, per avere un minimo di idea di ciò che intendo. Pur anche non vedermi come se io vivessi da qualche altra parte. Sono energia e fluisco in seno all’Universo al di là del tempo e dello spazio, e qui ho motivo di non vivere ma di fluire, semplicemente. Vi è l’impulso dell’amore e della coscienza divina che mi rendono nella capacità di agire e, in questa fase, di condurmi quale tramite alla tua evoluzione». Malintzi: «Tu, Nabil, sei una Guida per tua scelta?». Nabil: «Se vuoi definirla scelta… vi è un percorso di ogni essere nella manifestazione materiale e non che presenta caratteristiche diverse, e una di queste è legata al ruolo di Guida spirituale. Dunque, se vuoi chiamarla una scelta in realtà è uno stato attrattivo, sempre congiunto all’armonia del fluire universale». Malintzi: «E come Guida, per affinità hai una persona affidata a te che sono io». Nabil: «Certo, sì. Ancora una volta si condivide il senso della armonia». Malintzi: «A volte quando parlo con te cerco di immaginarti». Nabil: «Qualunque immagine mi dai è ovvia, la proiezione di te nella consuetudine umana. E fallo pure, se vuoi. Però è molto più facile che tu riesca a riconoscermi attraverso il sentire, che non attraverso la identità che cerchi di individuare. Attraverso la vibrazione, attraverso l’amore, diviene più facile riconoscermi». Malintzi: «Negli ultimi tempi mi sembra che siamo molto più in contatto». Nabil: «Sì. Però, appunto, per favorire questa possibilità non darmi tanto una immagine di proiezione umana, quanto del sentire. Ascolta. Ti è più facile, così darai il giusto senso al mio ruolo di conforto e di chiarezza verso te». Malintzi: «Quei segni li attribuisco a te quando chiedo le cose...». Nabil: «Sì, te li confermo senza dubbio». Malintzi: «Madre de Dios... Grazie, grazie. Ad esempio, mi sembra di avere elaborato il trauma della nascita». Nabil: «Diciamo che hai accettato la nascita. Tu lo definisci come trauma, io no, in quanto venne a essere la manifestazione da te scelta per incontrare la luce terrena. Hai accettato di essere nata, e questo è molto importante». Malintzi: «Il tipo di nascita, così difficoltoso, mi ha condizionata?». Nabil: «Io non vorrei che tale evento ti portasse a volerti in qualche modo frenare. Vi è stato sì, questo. Ma non perdere di vista che hai scelto di nascere in questo modo proprio per crearti gli strumenti adatti alla tua trasformazione». Malintzi: «Dovrei farne uno strumento di...». Nabil: «Lo è già. Intendo, qualunque esperienza si compia dalla nascita, o ancora prima dal grembo materno, ha da essere strumento adatto al percorso che si ha da effettuare. Poi, a livello della psiche, c’è un coinvolgimento, però se ti fermi lì rischi di adagiarti su un avvenimento che vi fu, ma che io ritengo, nei suoi vari passaggi, ormai superato». Malintzi: «Mi puoi dire cosa sta succedendo con la mia famiglia, se ci sono delle trasformazioni con mio padre, con mia madre?». Nabil: «Vi è il bisogno di distinguerti di più rispetto al mondo, e quindi per certo ti succede anche in seno alla famiglia. È un poco come se tu avessi bisogno di dimostrare di essere matura e adulta, e allora possono esservi delle loro reazioni che si ripetono, perché in loro nulla è cambiato, e tu hai difficoltà a consentirle. Io ritengo sia importante che ti relazioni coi tuoi genitori quanto è importante, o mia amata, che tu scelga i momenti. Vi sono ancora condizioni che vivi, dove il dovere nei confronti della famiglia ti spinge a incontrarli, e a creare poi dinamiche che non sono così fluenti». Malintzi: «Allora la sensazione di dover diradare gli incontri...». Nabil: «Sì. Assolutamente sì». Malintzi: «Poi mi sento in colpa, specialmente verso mia madre». Nabil: «Ovvio, sì. Da un lato è frutto di quanto ti mette in conflitto coi tuoi sentimenti. Dall’altro è quanto la madre stessa riesce a far sentire su di te. Lo proietta su te». Malintzi: «In effetti mia madre ha bisogno di aiuto». Nabil: «Sì. Però potrebbe anche andarlo a cercare altrove, non vedo perché doverti caricare di una responsabilità che lei deve comunque gestire meglio». Malintzi: «Sarà, ma la vedo così passiva. Dubito che cercherà aiuto». Nabil: «Ma quanto stavo cercando di darti a comprendere è che il suo atteggiamento è una scelta. Fai bene a darle aiuto, ma rimanendo coerente e rispettosa verso te, perché comunque non potrai mai sostituirti a lei». Malintzi: «Dovrei limitarmi a...». Nabil: «Sì. Certo, sì. A darle consigli, se mai accompagnarla se è necessario, però ella, cerca di comprendere, ha la responsabilità di voler scegliere la cura. È lì che devi trovare il confine, non puoi sostituirti a lei, puoi sostenerla certo, ma le scelte saranno dipendenti da lei e basta». Malintzi: «E con mio padre, con cui ho avuto uno scontro tempo fa, adesso com’è la situazione?». Nabil: «Lo scontro avvenne perché volevi fare un attimo presente le situazioni per quelle che realmente erano. Insomma, non facciamola più grossa di quella che è. Tuo padre è importante che conservi le sue piccole sicurezze, nel suo mondo, e poi tutto quanto va bene. Non invaderlo, offrigli dei sorrisi, e lascia che quello che può dire sia frutto d’un bisogno suo di conferma». Malintzi: «Vengo al quesito principale. Il bambino mio e di Esteban… va tutto bene?». Nabil: «Problematiche particolari non mi parrebbe ve ne siano. Vi è un percorso a parer mio che potrà avere una fase critica ma si recupererà, permettendo alla gravidanza di poter procedere». Malintzi: «A cosa ti riferisci?». Nabil: «Durante la gravidanza possono esservi carenze che creano difficoltà per esempio al drenaggio, alla zona renale, le quali possono essere vitamine e minerali un poco scompensati». Malintzi: «Se cominciassi subito ad assumerli?». Nabil: «Andrebbe bene, sì. Sempre con l’ausilio del medico. Ritengo andrebbe bene, sì». Malintzi: «Il bambino è sano?». Nabil: «È ancora troppo presto perché ci possiamo inoltrare in tale argomentazione, pur essendo direttamente coinvolti perché, o mia amata, non sono la Guida spirituale di questa creatura. Non mi parrebbe vi siano problematiche, comunque». Malintzi: «Grazie. E poi vorrei sapere del rapporto con Milo». Nabil: «Avete una complicità che può procedere senza dubbio nel tempo. L’importante è che tu cerchi comunque nel tuo cammino come individuo il senso della completezza». Malintzi: «D’accordo, grazie. E poi Melissa. Come posso sostenere Melissa in questo suo momento difficile?». Nabil: «Trasferendole fiducia e incremento verso le necessità che diano forma alle sue nuove prospettive. Di non perderci d’animo». Malintzi: «E ti volevo chiedere di due sogni: un sogno riguarda San Francesco, però era una donna, e io volevo delle conferme che lui/lei mi amasse. Poi alla fine sono andata via con Milo». Nabil: «Senza dubbio il tema di questo sogno è l’amore. Che tu hai visto sotto più aspetti, sotto varie sfaccettature, dall’amore spirituale di San Francesco all’amore della coppia a quello dell’identità femminile, della donna, e così via». Malintzi: «Mi ha lasciato con un senso di confusione». Nabil: «La confusione c’è. Come se tu avessi visto più aspetti della stessa figura non sapendo bene quale scegliere, in realtà è una sola. Ma la chiarezza del sogno, nella confusione, è legata ad accettare quante sfaccettature l’amore può dimostrarti, e sempre amore è». Malintzi: «La sensazione che ho, di essere pronta all’amore, è giusta?». Nabil: «Ovvio, sì. È dentro te. Dobbiamo ancora sfoltire quanto lo soffoca e lo limita, ma di certo è rappresentativo quanto la natura del divino e dell’Universo ti trasmette attraverso il sogno». Malintzi: «Grazie. Mi puoi dire della salute del mio gatto Felice?». Nabil: «Vi è una ipersensibilità che può riguardare il sistema suo nervoso, dei nervi intendo dire. E potrebbe esservi un indebolimento che riguarda la vista. I Fiori di Bach vanno benissimo nel suo caso». Malintzi: «Oltre ai Fiori di Bach posso fare qualcos’altro?». Nabil: «Sì. Li abbinerei. Lasciati guidare dalla tua ispirazione, ti prego. Abbi motivo di dare più significato alle tue esperienze e a quanto esse potranno, o mia amata, indicarti». Malintzi: «Si sente solo, trascurato?». Nabil: «Direi che è più un passaggio di invecchiamento a provocare tutto ciò, e un pochino le energie della casa che percepisce potrebbero contribuire». Malintzi: «Le energie della casa?». Nabil: «Le tue. Possono esservi paura o tensione. Vi è una partecipazione costante che riguarda chi è accanto all’essere umano, e gli animali sono una sorta di assorbente». Malintzi: «Cercherò di correggere le energie. Per lui, e per mio figlio. Volevo anche chiederti del mio romanzo, se potrò pubblicarlo». Nabil: «Vale la pena che si perfezioni un poco oltre, rispetto all’attuale, perché avvenga». Malintzi: «Sono rimasta parecchio delusa dall’editore. Lui non è retrocesso dal suo impegno, però lo ha spostato ancora nel tempo, e allora...». Nabil: «Ma questo non ha nulla a che vedere con la tua creatività nello scrivere. L’atto creativo dello scrivere non è per pubblicare, ma per creare un anello congiuntivo fra l’anima e il cosmo. Per quanto è di quel testo, accadrà; lascia anche qui che gli eventi fluiscano, non credo che questo editore voglia tradirti. Si tratta di dover un poco assecondare i tempi e le condizioni che si presentano in questo ambiente. In ogni caso non devi vivere questa situazione come deludente e limitativa ai tuoi passi futuri. È una esperienza che ti sei permessa di condurre e ti ha dato i suoi frutti, dunque ti direi che per te quello che doveva essere raggiunto già è stato fatto. Il volerlo pubblicare, credimi, è del tutto secondario. Benissimo, assecondo questo tuo bisogno e ti dico procedi perché possa accadere, ma ti dico che per la tua crescita è del tutto secondaria questa meta». Malintzi: «L’ultima cosa: sapere di mio zio che è morto, se sta bene». Nabil: «Ha ancora un poco il bisogno di rimanere nel suo sentire, nel suo trasformarsi come spirito, ma vi è serenità, e vi è consapevolezza dei passi che ha da compiere. Puoi trasmettergli messaggi di amore e di appianamento del suo tragitto. Direi che non vi sono sospesi e ciò non renderà fatica in merito a ciò che deve compiere». Malintzi: «Va bene, grazie di tutto Nabil». Nabil: «Così nel rimanerti accanto, così nel motivare il tuo tragitto e stimolarti alla fiducia su te, ti resto accanto e ti amo. Sii serena, ti prego. Abbi buona pace». Diario di Margherita. Il cammino autentico, quello dei ricercatori seri della verità, è disseminato di trappole. Una di queste, la più comune, è l’imparare pedissequamente i libri sulle regolette dell’Universo, senza rendersi conto che la maggior parte delle volte si tratta di un apprendimento intellettuale, che nulla ha a che vedere con la comprensione profonda. Ci si convince di avere imparato molte 164 cose, dispensiamo le nostre massime imparate a memoria per avere un godimento egoico, ma vivere le proprie parole è ben diverso dal pronunciarle. L’insidia che ci mette davvero alla prova è il discernimento. Quando agire e quando lasciar fluire? Ci si convince di un vago fatalismo: se deve essere, sarà. E ci si scorda che la scelta è quel Libero Arbitrio senza segnaletica il quale può dare una svolta alla propria vita interiore e, di conseguenza, a quella esteriore. Le energie mi richiamano in Toscana. Ho un lavoro da concludere con le persone che mi hanno seguita nei primi passi verso una propria iniziazione. Probabilmente dovevo staccare un attimo dalle energie del gruppo (troppo allargato), a cui non sono abituata per lunghi periodi, e senza dubbio la felice parentesi in Ladakh mi ha offerto la rigenerazione di cui avevo bisogno. Ti ringrazio, Padre mio e Padre nostro. I membri di Pleiadi e TuttaSalute prepararono dolci e musica per festeggiare il ritorno degli amici. Dopo i festeggiamenti Mirko ripartì. Oramai fra lui e Melissa era tutto finito e non aveva più nulla da fare lì. Iris e Ramon, rimasti soli, si presero per mano e camminarono tutta notte, giungendo fino al mare. Io, impaziente come non ero mai stata, pregai Margherita di farmi finalmente conoscere la mia Guida. Io, Laura. Decisi di cominciare a scrivere il mio articolo. “Nella tradizione popolare li chiamiamo angeli custodi. Il mio è un’entità maschile di nome Sami, anche se lui preferisce autodefinirsi Guida spirituale. Tutti amano pensare di averne una, pochi la cercano veramente. In molti sono certi di averla incontrata, io appartengo a questa schiera. Sono venuta a conoscenza dell’esistenza di Sami tramite Margherita Beltempo, una channeller, o canalizzatrice, di Torino. Grazie all’apertura del suo canale spirituale la sciamana Margherita può diventare disponibile a canalizzare i messaggi provenienti da queste entità di Luce. Il linguaggio che adoperano non è molto comune ma di indubbio fascino; non è comune perché appartengono a un’altra dimensione e debbono compiere uno sforzo vibrazionale per adattare la sensazione ai suoni che definiamo lingua. Inoltre, essendo spiriti evoluti, si esprimono attraverso concetti profondi che a volte richiedono tempo, e successive riletture, per essere compresi appieno. Del resto, questa è la missione delle entità che scelgono il ruolo di Guida: assisterci, mandarci dei segnali, simbolici o espliciti, ma poi lo sforzo decisivo è nostro. Non ci sarebbe amore da parte loro se non ci permettessero di esercitare il Libero Arbitrio, di vivere la vita attraverso la nostra pancia e il nostro cuore. Noi umani con difficoltà riusciamo a concepire un tale tipo di amore, così profondo e rispettoso da sembrare indifferenza. Per me che amo scrivere è un’esperienza difficile da descrivere a parole. Sami, col suo amore, mi ha aiutata a capirmi, offrendomi spunti di riflessione, stimolandomi, provocandomi, affidandomi veri e propri compiti, utili a me. La seduta con la Guida si potrebbe anche definire un’avventura, ricca e affascinante, che commuove, per il senso dell’amore da cui ci si sente avvolti. Quel senso di amore derivante dalla certezza che, qualunque cosa accada, non saremo mai soli”. Riposi la macchina da scrivere portatile e accesi il mangiacassette, sola nella mia stanza. E riassaporai per la settima volta il sapore del nostro primo incontro. https://pavedizioni.it/prodotto/una-sciamana-mi-disse

venerdì 8 settembre 2023

 https://www.lettereinliberta.it/2023/09/08/santa-muerte/

L' amica Selena dedica una colorata segnalazione al mio penultimo romanzo, Santa Muerte,

dedicato ai miei genitori e all'amico Dr. Evaldo Cavallaro.

Una figata pazzesca, grazie.

sabato 8 luglio 2023

 https://www.politicamentecorretto.com/2023/07/07/genova-santa-muerte-pubblicato-in-ebook-e-cartaceo-il-romanzo-storico-di-loredana-zino-che-penetra-nel-vissuto-di-massimiliano-i-del-messico-e-carlotta-del-belgio-tra-biografia-e/#:~:text=Advertisement-,Genova.%20%E2%80%9CSanta%20Muerte%E2%80%9D%2C%20pubblicato%20in%20ebook%20e%20cartaceo%2C%20il%20romanzo%20storico,Bianca%20Fasano,-giornale


lunedì 26 giugno 2023

 Al quarto posto tra i libri consigliati sull'argomento reincarnazione!

Allora è vero quanto dicono, che non bisogna mollare.
Allora è vero che vale la pena scrivere, continuare a farlo nonostante le promesse disattese, le delusioni. Serve a qualcosa, "abbassarsi" a chiedere una recensione, agli amici, ai colleghi, ai blogger, col rischio di vederli allontanarsi. E' giusto sopportare le critiche degli invidiosi, dei mediocri, di chi ignora che una critica autentica, libera da proprie motivazioni ristrette, è un'arte apprezzabile tanto quanto una lode.
Che gioia, che gioia, Pina mia.
“Valvins, le 18 Aout 1898
Dolcissima Paon,
sento la necessità di colmare del pensiero di te
questo foglio innevato, seppur la mia piuma, quest’oggi, tremoli
alquanto. Una tosse sempre più insidiosa mi soffoca, ma io sono
quieto. La mente ha ormai imparato a staccarsi dalla gola e dal
capo, e a raggiungere, scivolando mollemente, la mano che modella parole di pece. Così, fissa sulla carta, la mente guarda gli animi e gli ansiti attraverso un occhio sconosciuto ma tanto più acuto di queste due vecchie lampade che molto tu baciasti, e che stanno divenendo sempre più fioche. La vita fu generosa con me ed io l’ho
ringraziata, rispettata, ma, me ne compiaccio, mai adulata. Potrei
dire che ora mi vuole lasciare indispettita, perché sovente ho
respinto le sue grazie, anche se ho pagato un prezzo. Avrei potuto
essere un re incensato dai rotocalchi, rendere il nome mio alla
fama, cingermi la fronte con la corona d’alloro....se non fossi stato
avverso alle effimere lusinghe del mondo intellettuale, e ai
riconoscimenti colmi di accademica cultura mondana. Avrei potuto
essere un buon studente, ma le regole del collegio aprivano al mio
spirito strade di fuga verso spazi aperti, in cui cercai conforto per
non morire. Sarei stato un insegnante appassionato, se
l’insegnamento non mi avesse annoiato tanto, stretto tra i rigidi
schemi dell’ordinamento liceale, e se fossi riuscito ad avere più
polso coi miei allievi. Ho peccato di superbia quando mi
indispettivo per i cumuli di futili moduli, schede, registri che
limitavano il vero apprendimento, per non dire di quegli sciocchi,
inutili programmi da seguire. Il liceo mi stava uccidendo, riuscii a
sopravvivergli grazie ai miei martedì letterari, e alla freschezza dei
nuovi poeti che onoravano la mia casa con le loro visite, con le loro
ansie di libertà, coi loro versi da farmi leggere, come io feci, a suo
tempo, col grande Baudelaire. Avrei potuto fare di mia moglie,
Marie Geherard, la maitresse che da sempre mi affascina. Ho
preferito cercare, lungo le strade di Francia, l’unica, la vera e
l’insostituibile. Io, così docile e sfuggente, non mi sono piegato alla
vita, a costo di cadere nella più lucida e inutile follia, ma nemmeno
tu, mia pavoneggiante Méry, mi facesti chinare il capo, perché non
lo hai voluto, né io te lo chiesi, e qui, perdonami, di fronte alla
soavità del nostro sentimento non posso trattenere le lacrime.
Io ti amo per la tua integra femminilità, ti amo per essere una
ubriacante mistura di passiva indulgenza e rilucente dignità.
L’Arte, lei sola mi ha messo alle corde, e lo dico con vanto.
Della Poesia preferisco mille volte essere un piccolo servitore,
nascosto in questo angolo di Parigi ma proiettato, grazie ad essa,
nel vasto, immenso cosmo, del quale conosco ogni stella, ogni luce.
Ti osservo passeggiare, Paon, attraverso i vetri del ricordo, fresca e
sinuosa, con il bianco parasole che ripara i tuoi riccioli
scarmigliati, e cela i tuoi pensieri a tutti, ma non a me......Ti osservo
mentre adagi il tuo rotondo fondoschiena sull’altalena, mentre
sorridi illuminata da un sole bianco, mentre, con sapienza
shakespeariana di cui sei maestra, lasci che il tuo ultimo, giovane
amante ti sfiori le dita coperte dal pizzo, con le labbra. Sei un
pavone sontuoso, Méry Laurent. La vita arde in te come il più
impetuoso dei bracieri. So che non sarà più per me, chérie. Come lo
so ? Ho troppo bisogno di questo medico di campagna, ultimamente,
e un ben misero calore da fondere col tuo, ricchissimo. Vai per la
tua strada, sorella, percorrila tutta, fino in fondo, come tu sai fare.
Mi fermo qui, presso il fiume, nella piccola casa coperta dalla
sempreverde edera, nel letto che tante volte ci ha sentito sospirare.
Niente addii, amor mio, non servono. Tu ed io siamo legati da un
ramo di rampicante misterioso e indistruttibile, che ci farà
rincontrare, ammiccare e amare ancora, in onore di Afrodite.
Per l’eternità tuo, Stéphane Mallarmè".

mercoledì 14 giugno 2023

IL CULTO DELLA SANTA MUERTE. A MEZZANOTTE VA LA RONDA DEL MISTER-O. A cu...


Una recensione stupendamente calorosa quella dell'amico Dr. Evaldo Cavallaro, a cui vanno tutta la mia stima e affetto. Video estremamente affascinante, generoso, condotto da una mente brillante e un'anima raffinata.
Grazie!