mercoledì 2 novembre 2022

“Chi sono io?” più volte si domandano gli attori che, per professione, scelgono di mettersi nei panni degli altri. Un lavoro quello dell'attore che può creare anche delle confusioni, delle difficoltà, vere e proprie crisi d'identità... Il teatro però può essere anche efficace nel superare alcune difficoltà umane: con la terapia del teatro si possono superare molte insicurezze, ad esempio gli attacchi di panico. E proprio su questo ultimo punto Loredana Zino ne scrive nella premessa del suo nuovo libro “Memorie di una regista scostumata”: «Stavo toccando con mano il peggio che potesse riservarmi la sindrome da attacchi di panico, da lì in avanti non potevo far altro che imboccare la risalita». Loredana all'età di 35 anni ha cominciato ad occuparsi di teatro come regista e sceneggiatrice, scoprendo un mondo fantastico che le ha permesso di, come lei stessa scrive nel libro, «mettere in scena i miei casini interiori, i copioni che il mio inconscio, come meccanismo di difesa, mi spingeva a recitare nella vita. Non mi sento un caso speciale, al contrario, mi reputo molto comune. Ognuno di noi, che si esibisca in pietanze succulente o in tinteggiatura delle pareti, sia che entri in un'aula scolastica o di tribunale, obbedisce senza saperlo a dei copioni interni, perlopiù schemi difensivi radicati nell'infanzia». Il teatro usato dunque come se si fosse dallo psicanalista, cercando di scoprire chi si è veramente, cercando ed accettando quei lati oscuri che tutti noi nel nostro inconscio abbiamo. «Per me – dice sempre Loredana- il teatro è stato una grossa palestra di vita. Fin dai primi esercizi dei corsi di recitazione ti fanno prendere coscienza del corpo. Nella posizione in cui sei ora, fai caso a come sono le dita dei tuoi piedi dentro le scarpe». Nel libro, assieme a Loredana che è la voce narrante, possiamo incontrare numerosi amici e compagni di gioco. Lei si definisce come una regista «volutamente non professionale», quella che si direbbe essere un “cane sciolto”, umile, senza richiedere onori ed ambizioni per se. Poiché non esiste un teatro di serie A ed uno di serie B, e come lei stessa ricorda ciò che la sua maestra, una certa Nannarella, le aveva insegnato: «Esiste il Teatro». Nell'intenzione di Loredana c'è anche la volontà di fare avvicinare il pubblico al palcoscenico ed in primis il regista agli attori perché, come lei stessa scrive «i ruoli sono fatti per noi, e non noi per i ruoli». Anche se le gerarchie esistono nel teatro non dovrebbero, secondo Zino, ruoli così rigidi e definiti:«A me piacerebbe – scrive - ridurre questa distanza». Inoltre Loredana vorrebbe, facendo teatro, contribuire «a muovere le acque stagne in cui il teatro si dibatteva dal secolo scorso» e nello stesso tempo insinuare «nelle menti ribelli il tarlo della ricerca, e allora potevo farlo solo nel mio modo, spesso provocatorio». Nel volume Loredana Zino parla anche del corso di scrittura creativa che aveva messo in piedi, una bella esperienza «presso il centro Lara di terapie alternative in Largo Zecca, dove avevo uno sparuto gruppetto di allievi: tre donne di diverse età ed un uomo, incredibilmente motivati, forse attratti dalla mia aria delicata e dalla vena creativa ben delineata. Tenevo le lezioni il sabato mattina. Avevamo un lungo tavolo massiccio e una bella sala classica a disposizione, e sempre corredavo gli esercizi che proponevo ad una serie di musiche accuratamente selezionate, per il cui motivo viaggiavo con le borse sfondate dai cd e dai libri. Conservo ancora le lettere che ci scambiammo con la mia allieva, la Francese, e le lettere d'amore che inventavo per un certo Ernesto, con lo scopo di aiutarlo a conquistare la sua bella. Fui senza saperlo una di quelli che attualmente si chiamano Ghostwriters, scrittori fantasma che scrivono per altri». Una donna dunque dalle molteplici risorse ed energie, tanto che in seguito spaziò dai «gruppi e laboratori, dalla Scrittura Zen ai Poeti Maledetti, da Jesus Christ Superstar al Disegno Libero e Mandalico, coadiuvata da Geronimo quest'ultimo; e quando fui in grado, corsi e workshops di teatro e teatroterapia». Un artista a tutto tondo, insomma, fatta di notevoli esperienze ed avventure professionali avviate a 360 gradi. Il tutto ed anche altro scritto in questo meraviglioso libro di memorie, edito in proprio, che ci fa capire come ognuno di noi può essere se stesso mettendosi in gioco e cercando di capire le varie possibilità, artistiche o meno, che la vita ci offre. Senza dimenticarci che, fondamentalmente, il teatro è corpo e che è necessario prendere confidenza con esso. Davide Pelanda https://www.amazon.com/dp/B0B8R937YB?ref_=pe_3052080_397514860