lunedì 26 giugno 2023

 Al quarto posto tra i libri consigliati sull'argomento reincarnazione!

Allora è vero quanto dicono, che non bisogna mollare.
Allora è vero che vale la pena scrivere, continuare a farlo nonostante le promesse disattese, le delusioni. Serve a qualcosa, "abbassarsi" a chiedere una recensione, agli amici, ai colleghi, ai blogger, col rischio di vederli allontanarsi. E' giusto sopportare le critiche degli invidiosi, dei mediocri, di chi ignora che una critica autentica, libera da proprie motivazioni ristrette, è un'arte apprezzabile tanto quanto una lode.
Che gioia, che gioia, Pina mia.
“Valvins, le 18 Aout 1898
Dolcissima Paon,
sento la necessità di colmare del pensiero di te
questo foglio innevato, seppur la mia piuma, quest’oggi, tremoli
alquanto. Una tosse sempre più insidiosa mi soffoca, ma io sono
quieto. La mente ha ormai imparato a staccarsi dalla gola e dal
capo, e a raggiungere, scivolando mollemente, la mano che modella parole di pece. Così, fissa sulla carta, la mente guarda gli animi e gli ansiti attraverso un occhio sconosciuto ma tanto più acuto di queste due vecchie lampade che molto tu baciasti, e che stanno divenendo sempre più fioche. La vita fu generosa con me ed io l’ho
ringraziata, rispettata, ma, me ne compiaccio, mai adulata. Potrei
dire che ora mi vuole lasciare indispettita, perché sovente ho
respinto le sue grazie, anche se ho pagato un prezzo. Avrei potuto
essere un re incensato dai rotocalchi, rendere il nome mio alla
fama, cingermi la fronte con la corona d’alloro....se non fossi stato
avverso alle effimere lusinghe del mondo intellettuale, e ai
riconoscimenti colmi di accademica cultura mondana. Avrei potuto
essere un buon studente, ma le regole del collegio aprivano al mio
spirito strade di fuga verso spazi aperti, in cui cercai conforto per
non morire. Sarei stato un insegnante appassionato, se
l’insegnamento non mi avesse annoiato tanto, stretto tra i rigidi
schemi dell’ordinamento liceale, e se fossi riuscito ad avere più
polso coi miei allievi. Ho peccato di superbia quando mi
indispettivo per i cumuli di futili moduli, schede, registri che
limitavano il vero apprendimento, per non dire di quegli sciocchi,
inutili programmi da seguire. Il liceo mi stava uccidendo, riuscii a
sopravvivergli grazie ai miei martedì letterari, e alla freschezza dei
nuovi poeti che onoravano la mia casa con le loro visite, con le loro
ansie di libertà, coi loro versi da farmi leggere, come io feci, a suo
tempo, col grande Baudelaire. Avrei potuto fare di mia moglie,
Marie Geherard, la maitresse che da sempre mi affascina. Ho
preferito cercare, lungo le strade di Francia, l’unica, la vera e
l’insostituibile. Io, così docile e sfuggente, non mi sono piegato alla
vita, a costo di cadere nella più lucida e inutile follia, ma nemmeno
tu, mia pavoneggiante Méry, mi facesti chinare il capo, perché non
lo hai voluto, né io te lo chiesi, e qui, perdonami, di fronte alla
soavità del nostro sentimento non posso trattenere le lacrime.
Io ti amo per la tua integra femminilità, ti amo per essere una
ubriacante mistura di passiva indulgenza e rilucente dignità.
L’Arte, lei sola mi ha messo alle corde, e lo dico con vanto.
Della Poesia preferisco mille volte essere un piccolo servitore,
nascosto in questo angolo di Parigi ma proiettato, grazie ad essa,
nel vasto, immenso cosmo, del quale conosco ogni stella, ogni luce.
Ti osservo passeggiare, Paon, attraverso i vetri del ricordo, fresca e
sinuosa, con il bianco parasole che ripara i tuoi riccioli
scarmigliati, e cela i tuoi pensieri a tutti, ma non a me......Ti osservo
mentre adagi il tuo rotondo fondoschiena sull’altalena, mentre
sorridi illuminata da un sole bianco, mentre, con sapienza
shakespeariana di cui sei maestra, lasci che il tuo ultimo, giovane
amante ti sfiori le dita coperte dal pizzo, con le labbra. Sei un
pavone sontuoso, Méry Laurent. La vita arde in te come il più
impetuoso dei bracieri. So che non sarà più per me, chérie. Come lo
so ? Ho troppo bisogno di questo medico di campagna, ultimamente,
e un ben misero calore da fondere col tuo, ricchissimo. Vai per la
tua strada, sorella, percorrila tutta, fino in fondo, come tu sai fare.
Mi fermo qui, presso il fiume, nella piccola casa coperta dalla
sempreverde edera, nel letto che tante volte ci ha sentito sospirare.
Niente addii, amor mio, non servono. Tu ed io siamo legati da un
ramo di rampicante misterioso e indistruttibile, che ci farà
rincontrare, ammiccare e amare ancora, in onore di Afrodite.
Per l’eternità tuo, Stéphane Mallarmè".

mercoledì 14 giugno 2023

IL CULTO DELLA SANTA MUERTE. A MEZZANOTTE VA LA RONDA DEL MISTER-O. A cu...


Una recensione stupendamente calorosa quella dell'amico Dr. Evaldo Cavallaro, a cui vanno tutta la mia stima e affetto. Video estremamente affascinante, generoso, condotto da una mente brillante e un'anima raffinata.
Grazie!

 https://www.youtube.com/live/tR2yEIQm1Us?feature=share