giovedì 7 aprile 2022

 E' nata la mia terza creatura, ve la presento. Contiene alcuni scritti di De Andrè, una biografia di Francoys Villon, e la sceneggiatura originale dello spettacolo "Fabrizio De Andrè e l'Impiccato da Tre Soldi", in cui immagino i due genii incontrarsi in una taverna senza tempo ne' luogo, e progettare di scrivere assieme una commedia. Con l'aiuto di Bertoldt Brecht !

Chiude il sipario un piccolo tributo al poeta Riccardo Mannerini.
Disponibile su Amazon.
Il disegno di copertina, che contiene i ritratti originali dei due e il Tarocco N.° XII, L'Appeso, è di Maury Art.


"Caro Francoys. Nel 1963 mi capitò di leggere su un quotidiano che in Sudafrica le autorità celebravano senza saperlo il cinquecentesimo anniversario della tua scomparsa; la corte di Johannesburg aveva destinato all'impiccagione otto presunti malviventi, naturalmente neri. L'estensore dell'articolo così descriveva il disperato infantile esorcismo del loro terrore. “Ballavano e cantavano sotto le corde prima di essere appesi”. Poi si dilungava appena nel macabro dettaglio del subito dopo. “Scalciarono per un po', alcuni sono durati un attimo, altri qualche minuto”. Mi prese la rabbia giusta per scriverne una ballata. Come ancora oggi si usa dire in Gallura “Chistu tocca ponillo in canzone”, questo bisogna metterlo in canzone, dargli una musica un metro una rima, perchè non scompaia nella memoria collettiva. Se non avessi trovato in te un così importante predecessore probabilmente la mia canzone non porterebbe il titolo che tu mi hai suggerito: “Tutti morimmo a stento”. Finalmente trovo l'occasione per ringraziarti.
Io ti scrivo da un'altra epoca illuminata di ragione e di tecnica, dove l'uso della corda “che fa sapere al tuo collo quanto pesa il tuo culo”, si è fatto più raro e lontano senza tuttavia scomparire del tuto. La stessa guerra, rinnovatasi di cento in cento anni, non è ancora finita e gli uomini amano come allora menare le armi e le mani. Oggi le statistiche ci dicono che siamo tutti molto più ricchi di quanto non lo fossero i tuoi contemporanei, eppure le richieste d'aiuto da parte dei poveri si fanno ogni giorno più disperate ed impellenti. Piangiamo lacrime di forti sentimenti a teatro di fronte al dramma di Oreste o di Amleto e ritornando a casa ad occhi asciutti non degniamo di uno sguardo la nostra vicina intenta a contare gli spaghetti per sfamare i figli.
Fabrizio De Andrè."
(Estratto da Prefazione a Francoys Villon, Poesie. Feltrinelli, 1966)

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