venerdì 9 settembre 2022

Oggi voglio condividere con voi la recensione fatta ad una grande artista, Bianca Fasano, napoletana, che mi fu mentore. Leggere Bianca, la sua napoletanità e forza d'animo, è sempre una sferzata di energia, lo raccomando. RICORDI DI UNA SCRITTRICE, racconto di Bianca Fasano. Dedicato alla professoressa Adele Cilibrizzi Chiancone Il racconto è breve e viene pensato come una dedica all'insegnante della scuola d'arte Istituto Palizzi, Adele Cilibrizzi Chiancone. É preceduto da una prefazione dove la Fasano prende in dovuta considerazione la strada complessa che autori e autrici, come lei della “vecchia scuola”, debbono praticare per adeguarsi all'era del digitale, compiendo quel salto obbligato dalla macchina da scrivere, e controverse relazioni con gli editori, al portatile e al self publishing, un cambiamento rapido quanto drastico che ha rivoluzionato il mondo della letteratura. Nipote d'arte, giornalista, scultrice, pittrice, poetessa e scrittrice, la Fasano ama sovente annoverarsi nella categoria da lei definita “figli di un dio minore”, riferendosi all'oceano più o meno invisibile degli autori che non arrivano a godere dei voli promozionali garantiti dai grandi colossi editoriali (“comunque in crisi”). Fa sorridere, immaginarla seduta davanti alla sua Olivetti a correggere gli errori (oggi si chiamano “refusi”) col bianchetto, o trascorrere le ore in biblioteche non proprio a chilometro zero, e ritagliarsi gli spazi più impensabili per le infinite riletture, tra gli impegni di giornalista e di madre, prima di presentare un manoscritto all'editore. “L'odore dei libri, per i ragazzi delle sue classi, non potrà mai apparire piacevole come appariva a lei, quando ne teneva uno tra le mani. Fosse quello “nuovo” dei testi scolastici, oppure quello “antico” dei libri della biblioteca del padre”. Il ricordo più prezioso va alla prof.ssa Cilibrizzi, che col suo “sorriso quasi mesto” allorchè Bianca bambina le confidò di voler diventare una scrittrice, anziché metterla in guardia da una strada tutta in salita le fa da inconsapevole “sprone”; quel sorriso, sulle prime non interpretato, apre un varco nella coscienza della piccola artista, che pensa le poesie sull'autobus e a casa le trascrive, accompagnandola fino all'età adulta. Infiniti modi ha l'artista di forgiare dentro il suo vissuto più significativo la misteriosa spinta a procedere. Loredana Zino

2 commenti:

  1. Grazie, Loredana, sei una persona speciale, sto leggendo con attenzione il tuo ultimo lavoro: "Memorie di una regista scostumata". Con attenzione perché é complesso e vi sono inserite molte "dritte" sul modo con cui noi esseri umani gestiamo la nostra vita, anche inconsapevolmente. Chi, come te, si guarda dentro, ricercando anche "passati nascosti" e personalità diverse, offre un aiuto a chi non sa contattare il proprio io. Un insegnamento, direi.

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    1. Cara Bianca, ti ringrazio tanto per le tue parole di stima, che ricambio profondamente.

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