martedì 14 marzo 2023

 

Carmen. Un nome da eroina, da bruna pasionaria donna del sud del mondo. Sorriso e occhi brillanti come i suoi colori, la griffe con cui sceglie di esprimersi nel difficile ambito artistico, che illumina con la sua acuta Visione.




1) Ciao Carmen, desidero ringraziarti per avermi concesso questa intervista. Leggendo la tua biografia è possibile entrare un po’ nel tuo mondo, fatto di colori, di ricerca filosofica e materica, uniti in una girandola di Vita vera, come un caleidoscopio che poi trasferisci nei tuoi libri. Ma è proprio così, o viceversa, tutto parte dalla scrittura?

Ciao Loredana, in primis ci tengo a dirti che sono onorata dall’attenzione e della sensibilità che mostri verso la mia professione di artista. Ho riflettuto molto su questo argomento, nel corso della mia vita privata e professionale. Sono giunta a concludere che la mia arte e la mia scrittura parlino degli stessi temi attraverso due linguaggi differenti. Ho sempre avuto un bisogno: esprimere il mio dissenso rispetto a realtà comunemente accettate, eppure fortemente ingiuste e lesive dei diritti di alcuni soggetti più deboli. Perciò ho cercato nell’arte un mezzo espressivo capace di darmi voce. Quello che mi sta particolarmente a cuore è focalizzare l’attenzione sulla necessità di far tramontare una concezione antropocentrica del mondo, e restituire la giusta importanza ai grandi violati della Storia, cioè la natura, l’altro “non umano” e il femminile, in ogni sua accezione. Questa idea la esprimo nelle mie tele, con la valorizzazione di temi che combinano il femminile col mondo naturale, e nelle mie opere letterarie, dove amo approfondire una visione del mondo che prescinda dall’impostazione fallocentrica, rimettendo al centro la voce narrante femminile.

2) La laurea in Filosofia e Marketing ti permette di accedere a diversi aspetti della mente umana, spesso in antitesi fra loro, non di rado in grande conflitto. Come ti è nata l’idea di studiare questi due mondi?

La mia prima laurea in marketing la scelsi per esigenze “lavorative”, come fanno molti ragazzi che mettono da parte le loro vere peculiarità per seguire la strada più opportuna, in base ai canoni di questo nostro vivere sociale. Proprio la conoscenza dei principi del marketing, grande Dio dei nostri tempi, mi ha posto dinnanzi al bisogno di tirarmi fuori dal teatro dell’assurdo in cui siamo calati, e scavare nell’anima e nella riflessione, alla ricerca di un modo di vivere più autentico, distante anni luce dalle logiche del pensiero individualista e consumistico, che commercializza tutto, anche i rapporti umani. Da lì, ho intrapreso un nuovo percorso di studi, questa volta ascoltando il mio daimon. La filosofia apre a una prospettiva di vita straordinaria, stravolgendo schemi preimpostati e facendo mutare radicalmente il nostro punto di vista.

3) Sembri una persona nata per unire ciò che tende a separarsi. Questo nelle tue molteplici attività artistiche, come nello stile di vita, dopo aver fondato nel 2015 il brand artistico-editoriale “Arte Libri Filosofia Itinerante”. Da dove nasce questo impulso?

Credo molto nel principio Eracliteo del Panta Rei. Tutto scorre inesorabilmente e noi scorriamo col tutto. Essere consapevoli di questa realtà ci dona la possibilità di considerare noi stessi e quel che ci circonda come un unicum, una catena inscindibile dove ogni anello è indispensabile e interrelato con gli altri. Ecco perché dovremmo sempre ragionare in un’ottica collaborativa, e non divisiva o competitiva. Ecco perché io tendo a creare unioni e non divisioni. La competizione, quel principio che ci hanno inculcato e che continuiamo a ripetere come un mantra alla nostra mente conscia e inconscia, è il vero elemento disgregante e tossico della nostra società e, purtroppo, anche della natura che condivide, incolpevole, il nostro tempo.

4) Un’artista di concetto ma anche manuale, come mostrano le tue brillanti creazioni quali borse, foulards, monili, dove si evidenzia la stessa attenta ricerca impiegata nel percorso letterario. Cosa significa per te usare le tue mani?

Le mani sono una parte sacra del nostro corpo. Tramite le mani abbiamo una possibilità che ad altri viventi non è concessa: creare, dar forma alle idee. Realizzare manufatti non è solo esprimere se stessi attraverso un oggetto, ma esprimere il significato profondo di un’epoca. Quando l’industria ha relegato ai margini della società i maestri artigiani, spesso reclutandoli nelle schiere di lavoratori pronti a diventare alienati, la nostra società ha perso un immenso valore. Questa la ragione per cui l’artigianato dovrebbe essere valorizzato e tutelato come patrimonio dell’umanità. Dovremmo tornare ad incantarci di fronte ad un bravo artigiano che intaglia il legno, così come da bambini ci incantavamo nel guardare le nonne che lavorano a maglia. Nell’artigianato c’è un mistero profondo, una magia che solo occhi attenti hanno il privilegio di cogliere. Grazie alla mia attività itinerante, ho avuto la fortuna di vedere dal vivo artigiane straordinarie, e di imparare da loro la passione per la manualità.

5) Dalla tua biografia esordisci come sceneggiatrice, a testimoniare una grande passione per il cinema. Posso chiederti quale parte di te è appagata da questo particolare linguaggio, e in che modo crei comunicazione attraverso la settima arte?

La settima arte è di certo la più completa, se la si vive nel ruolo di regista. Un regista deve avere competenza in termini di scrittura creativa, fotografia, musica, scenografia, perfino costumi e montaggio. Dunque i grandi regista sono, a mio parere, tra gli artisti più completi che il genere umano abbia prodotto. Tuttavia, le logiche commerciali del cinema, oggi, lo rendono spesso un sottoprodotto artistico, perdendo quel grande potenziale che avrebbe in termini di creatività, per lasciar spazio alle necessità della cassa. Questa la ragione per cui ho lasciato il mondo della sceneggiatura per dedicarmi all’arte indipendente: è l’unica a potermi garantire la libertà espressiva alla quale ho sempre anelato.

6) Nei tuoi libri offri consigli per superare gli “schemi depotenzianti”, “esprimendo la simbiosi Umanità-Natura come meta sociale”. Cosa puoi dirci in merito a quella che sembra una vera e propria missione?

Lo è. È la mia piccola illusione di poter dare un infinitesimale contributo al cambiamento della nostra società, verso un’idea più equa, solidale e, soprattutto, capace di mettere a frutto le potenzialità creative dei singoli. La nostra società, per come è costituita, tende perlopiù a schiacciare le menti creative, a favore di un asservimento a logiche predominanti e commerciali. La creatività fa paura, perché spesso è ciò che innesca le modifiche epocali. Sottomettere la creatività ci depotenzia e ci depriva dello strumento più forte che abbiamo nelle nostre mani.

7) Senza alcun dubbio sei di ispirazione per gli artisti, e aggiungerei in particolar modo per le donne, spesso intrappolate in esistenze senza creatività, in una spirale di ripetitività e stanchezza morale che trascina sempre più in basso. A parte la tua giovane età, che può essere un fattore relativo, qual è il segreto di tanta energia?

Ti ringrazio per queste parole di stima e per la giovane età 😉. Poter scrivere le proprie esperienze, anche dolorose, per far fiorire dalle ferite la speranza di una rinascita è ciò che mi dà la forza per continuare a combattere anche contro chi, spesso, ha cercato di tarparmi le ali… e tapparmi la bocca.

8) Come ti vedi da qui, diciamo, a dieci anni? Hai voglia di apprendere altro, o ti dedicherai a consolidare e approfondire il tuo già importante bagaglio?

Io sono per scelta itinerante, dunque sempre in viaggio, fisico e mentale. Fra dieci anni sarò da qualche parte, a esplorare qualcosa, fuori o dentro di me

9) Domanda di rito, ma mai scontata: scrivere è terapeutico?

Certo che sì, per sé e spesso anche per gli altri.

10) Hai conseguito la categoria di best seller con dieci libri, un traguardo notevole e direi meritato, dato il tuo instancabile impegno. Cosa consigli a chi vuole avere successo nell’oceano degli autori emergenti?

Impegnarsi con ogni cellula del proprio corpo per acquisire le competenze adeguate ad essere il più autonomi e indipendenti possibile.

11) Il tuo libro a cui sei più affezionata?

Direi “Quattro cani e un chihuahua” perché parla dei miei più grandi filosofi: i miei cani.

12) Il libro che ti ha più ispirato?

“La lettera sulla felicità” di Epicuro, “La brevità della vita” di Seneca.

13) Ci parli dei tuoi libri, indicando dove li possiamo trovare?

La mia è una narrativa filosofica umoristica, dunque parto da eventi più o meno romanzati, per trattare temi cari alla storia della filosofia, dalla ricerca della felicità al tema del tempo, l’amicizia, la ricerca del proprio Sé profondo. La chiave di lettura è quella dell’ironia, che costituisce una condicio sine qua non della mia vita.

Li trovate in vendita su Amazon, cliccando il mio nome nella barra di ricerca, sul mio sito www.carmentrigiante.com e nel mio atelier itinerante che quest’estate girerà le più belle piazze della Puglia e del Sud Italia.

14) In ultimo, domanda fantasy, per giocare un poco. Immagina che dalla tua mente nasca un personaggio, reale o immaginario, che commenti con una frase la nostra intervista. Cosa direbbe?

“Mi piacerebbe molto prendere nota di cosa avete sognato stanotte: trovo nelle vostre dichiarazioni elementi che si prestano a un approfondimento psicoanalitico” . S.Freud

Recapiti:

Www.carmentrigiante.com


https://www.amazon.it/s?i=stripbooks&rh=p_27%3ACarmen+Trigiante&ref=dp_byline_sr_book_1

Loredana Zino



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